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giovedì 3 ottobre 2024

Il Campo di Battaglia Digitale: Come Russia, Iran e Cina Usano l’IA per Influenzare le Elezioni negli Stati Uniti

La Mano Invisibile dell’IA: Come l’Intelligenza Artificiale Sta Plasmando le Narrazioni sui Social Media

Viviamo in un'epoca in cui la tecnologia è parte integrante delle nostre vite, e il campo di battaglia dell’influenza si è evoluto di conseguenza. Un recente rapporto di Reuters ha lanciato l’allarme: si prevede che Russia, Iran e Cina utilizzeranno l’intelligenza artificiale (IA) per cercare di influenzare le prossime elezioni americane. Non si tratta solo di una nuova forma di interferenza elettorale, ma di un’evoluzione preoccupante degli strumenti utilizzati per manipolare l’opinione pubblica e minacciare i processi democratici.
La manipolazione delle informazioni non è certo una novità. Durante la Seconda Guerra Mondiale si usavano i volantini di propaganda, e durante la Guerra Fredda, le trasmissioni radiofoniche cercavano di influenzare l’opinione pubblica. Ma con l’era digitale, tutto è cambiato. Le potenze straniere ora utilizzano l’IA per diffondere disinformazione su vasta scala e con una precisione mai vista prima.
La Russia ha affinato l'arte della manipolazione digitale. Nel 2016, durante le elezioni presidenziali statunitensi, ha sfruttato piattaforme come Facebook per diffondere notizie false e creare divisioni. Il famigerato gruppo Internet Research Agency (IRA), una vera e propria "fabbrica di troll", ha utilizzato account falsi e bot per diffondere propaganda e seminare discordia.
Negli ultimi anni, la Russia ha compiuto un ulteriore passo avanti, integrando l'IA nelle sue operazioni. Grazie a questa tecnologia, è in grado di creare video deepfake, bot automatizzati e siti web che sembrano testate giornalistiche statunitensi autentiche, ma che diffondono disinformazione. Questi contenuti sono così realistici da confondere anche i cittadini più attenti.
L’Iran ha seguito un percorso simile, ampliando il proprio raggio d’azione per colpire le nazioni occidentali, tra cui gli Stati Uniti. Negli ultimi anni, gli iraniani sono diventati sempre più aggressivi, utilizzando i social media per diffondere disinformazione e alimentare tensioni. Ad esempio, hanno sfruttato l’IA per impersonare attivisti e incitare proteste legate al conflitto a Gaza.
La Cina, invece, adotta un approccio più strategico e di lungo periodo. L’obiettivo non è tanto influenzare le elezioni immediatamente, ma cambiare lentamente la percezione globale della propria immagine. Con investimenti enormi in IA e big data, la Cina è in grado di adattare i suoi messaggi a specifici gruppi di persone, seminando dubbi e discordia con precisione chirurgica.
L’obiettivo principale delle democrazie occidentali è spesso quello di promuovere i propri valori, sostenere alleati strategici e destabilizzare regimi considerati pericolosi. Ad esempio, le operazioni digitali statunitensi in Medio Oriente mirano a minare la stabilità dei governi ostili e a sostenere movimenti democratici locali. Il Regno Unito, invece, ha utilizzato campagne digitali per migliorare la propria immagine in relazione alla Brexit e contrastare narrazioni negative. Media locali israeliane riportano che il paese ha utilizzato l’intelligenza artificiale e i social media per operazioni di influenza creando contenuti ad hoc per  messaggi pro-Israele e anti-Hamas. Queste attività sarebbero state condotte da società come STOIC e dal Ministero della Diaspora israeliano, utilizzando piattaforme come Facebook, Instagram, X, YouTube e Telegram.
Per combattere l'uso dell'IA nelle campagne di disinformazione, è necessario un intervento su più fronti. Da una parte, il governo e le agenzie come il Dipartimento della Sicurezza Interna (DHS) e l'FBI stanno monitorando queste attività e collaborando con i partner internazionali per fermare gli attacchi. Dall'altra, le piattaforme social hanno il dovere di eliminare contenuti falsi e impedire che bot e troll manipolino le opinioni pubbliche.
In conclusione, l’IA rappresenta una sfida senza precedenti per le democrazie di tutto il mondo. Russia, Iran, Cina, ma anche alcune potenze occidentali, stanno affinando le loro tecniche per manipolare le informazioni e minare la fiducia nelle istituzioni democratiche. Solo una risposta coordinata tra governi, aziende tecnologiche e cittadini informati potrà limitare i danni di queste operazioni.

Tuttavia, anche le nazioni occidentali non sono estranee a queste dinamiche. Gli Stati Uniti, il Regno Unito, Israele in particolare, sono tra i maggiori protagonisti delle operazioni di influenza online. Questi paesi utilizzano l'IA e tecniche avanzate per monitorare, ma anche per manipolare le narrative in altre nazioni.

Queste tattiche sollevano domande importanti sull’etica dell’utilizzo dell’IA in ambito geopolitico, un tema che affronto nel mio saggio "Scrivere al Futuro". La tecnologia può essere uno strumento di progresso, ma anche un'arma pericolosa nelle mani sbagliate.

L’introduzione dell’IA nelle operazioni di influenza ha cambiato le regole del gioco. Grazie a strumenti come i deepfake, è possibile creare video che mostrano persone famose dire cose che non hanno mai detto, generando scandali o screditando avversari politici. I bot automatizzati possono poi amplificare queste narrazioni false, rendendo difficile per il pubblico capire cosa sia vero e cosa no.

Sia l’Occidente che l’Oriente utilizzano l’IA e i social media per operazioni di influenza. Anche l’Italia sta sviluppando strategie in questo campo. I pericoli per la gente comune includono disinformazione, manipolazione emotiva, perdita di privacy e polarizzazione sociale. 

È importante essere consapevoli e sviluppare competenze digitali per proteggersi.

Se sei interessato a esplorare più a fondo questi temi, ti invito a leggere "Scrivere al Futuro", dove dedico un intero capitolo all’etica nell'uso dell’IA e ai rischi legati alla manipolazione digitale.

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L'Ombra dell'Intelligenza Artificiale nella Repressione Transnazionale: Etica e Sorveglianza

Come IA e social media sono strumenti sempre più potenti nelle mani dei regimi autoritari


L'articolo di Tech Policy Press, "The Invisible Hand of Artificial Intelligence in Transnational Repression", esplora in profondità il ruolo crescente dell'IA nella repressione oltre i confini nazionali. Questo fenomeno è preoccupante non solo per la sua ampiezza, ma per l'uso congiunto di social media e tecnologie di sorveglianza avanzate per monitorare e intimidire dissidenti e attivisti anche all'estero.

Come descritto nel mio libro Scrivere al Futuro, le implicazioni etiche di queste tecnologie sono gravi. L'uso dell'intelligenza artificiale per il riconoscimento facciale e l'analisi predittiva del comportamento, combinato con la raccolta massiccia di dati dai social network, permette a regimi repressivi, da me ridenominati Iperbolici, di estendere il loro controllo ben oltre i propri confini. Cina, Russia e altri paesi hanno creato una vera e propria rete di sorveglianza globale.

Tuttavia, la connessione tra IA e social media è ancora più preoccupante. Gli algoritmi dei social media, nati per ottimizzare il coinvolgimento, vengono manipolati per sorvegliare attivisti e amplificare la disinformazione. 

Twitter, Facebook e Instagram sono strumenti essenziali per monitorare in tempo reale i movimenti di dissidenti, esiliati o rifugiati politici.

La sorveglianza di massa non è una minaccia futura, ma una realtà che colpisce già oggi persone in tutto il mondo. 

Come sostengo in Scrivere al Futuro, è cruciale che vengano stabiliti confini chiari per l'uso di queste tecnologie. Le aziende tecnologiche devono assumersi la responsabilità del loro impatto e i governi democratici devono intervenire per garantire che l'IA non diventi un'arma di repressione.

Il legame tra intelligenza artificiale e social media porta alla creazione di un ecosistema di sorveglianza globale. La manipolazione dei dati, unita alla capacità di influenzare l'opinione pubblica, permette ai regimi di mantenere il potere, anche all'estero.

Le soluzioni passano dall'adozione di regole internazionali sull'etica dell'IA e dei social media. Dobbiamo insistere per l'adozione di norme che vietino l'uso di tecnologie per la repressione. Il mio libro Scrivere al Futuro suggerisce strategie per un futuro più giusto ed etico.

"L'uso etico della tecnologia è il confine che separa una società giusta da una basata sul controllo." - Scrivere al Futuro

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